Notizia del 02/04/2007
"Credi in Dio?". "Certo che ci credo". "Ma ci credi davvero?". "Per davvero". "E non hai mai dubitato, nemmeno per una volta, per un attimo solo?". "In che senso?". "Nel senso che ti è venuto, non richiesto, un pensiero del tipo: 'E se poi non c'è nulla? E se tutto si conclude con la morte, e chi si è visto, si è visto?'". "Oddio, certo che mi è capitato, come a tutti credo. Però uno poi ci ragiona su, e si riconvince di nuovo"."Oppure dubita ancora di più. Posso farti una domanda alquanto difficile?"
Non sono molti i libri che riprendo in mano, una volta letti, ma mi è capitato di adocchiare sullo scaffale Il dubbio di Luciano De Crescenzo e ho ritrovato in un sol colpo una manciata di ricordi e il piacere di rileggere un libro che già la prima volta lessi volentieri.
Luciano De Crescenzo ha una filosofia molto alla mano, raccontata come seduti sugli scalini di casa in una pigra giornata di maggio col naso per aria; usa parole semplici quasi a sminuire le cose di cui parla e invece ogni volta pone l'accento su un dilemma, un punto di vista diverso o poco esplorato di argomenti "da filosofi seri" e lo fa senza mai annoiare il lettore che si ritrova senza accorgersene alla quarta di copertina.
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