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Zorro, l'inizio della leggenda

Notizia del 28/02/2007

Partiamo dall'inizio, da un evento senza il quale Diego de la Vega non sarebbe mai nato. Tutto cominciò in Alta California, nella missione di San Gabriel, nell'anno 1790 di Nostro Signore. A quel tempo la missione era guidata da padre Mendoza, un francescano con spalle da boscaiolo e un aspetto più giovanile dei suoi quarant'anni ben spesi, energico e autoritario, per il quale la parte più impegnativa del ministero era mettere in pratica la lezione di umiltà e bontà di san Francesco d'Assisi.

Isabel Allende - Zorro, l'inizio della leggenda - Feltrinelli Editore

Fantastico libro che non mi ha deluso: Zorro è il mio mito da sempre, l'eroe dalla spada sguainata a difendere i più deboli e quando una delle mie scrittrici preferite, Isabel Allende, gli ha dedicato un libro ho dovuto leggerlo e l'ho fatto con molte aspettative che non sono andate deluse.

Il libro narra dell'infanzia di Diego de la Vega, di come abbia acquisito le abilità che lo contraddistingono, la padronanza con la spada e con la frusta, l'odio per i soprusi, l'incontro con il fido cavallo Tornado e soprattutto della scelta del nome, el Zorro, la volpe in spagnolo.

I personaggi sono quelli tipici della Allende, caratteri che non si piegano e ambienti dai colori vivaci descritti con la solita maestria che riprendono molto bene lo stile dei film e telefilm; il libro si legge velocemente ed è difficile posarlo da quant'è avvincente.

Un romanzo di cappa e spada, con i buoni da una parte e i cattivi dall'altra dove non ci sono sorprese: è un libro da godere qual'è, un racconto d'avventura senza significati reconditi assolutamente imperdibile per gli appassionati del genere.

  • Titolo: Zorro, l'inizio della leggenda
  • Autore: Isabel Allende
  • Edito da: Feltrinelli
  • Prezzo: € 16,50

Guy Williams, indimenticato Zorro di una serie TV degli anni 60-70

Come ho detto ho sempre avuto un debole per le avventure di Zorro e anche se non ha nulla a che fare con il libro, è doveroso il ricordo di Guy Williams (foto a lato), che per me rappresenterà sempre questo eroe che ha fatto dell'ironia una spada ancor più tagliente di quella che si porta appresso.

Più recentemente la rivisitazione di Hollywood con La maschera di Zorro con Antonio Banderas e Catrin Zeta Jones che hanno dato vita anche al successivo La leggenda di Zorro.

Commenti

1 - Scritto da Whitefox il 28/02/2007 alle 22:19

Zorro vuol dire Volpe???

Oh Dio, mi si apre un mondo :P

Scherzi a parte, ho un'amica appassionata dell'Allende, le consiglierò il libro :D

Ciaauuuu!

2 - Scritto da reb il 01/03/2007 alle 00:37

di' giuro che non lo sapevi :D

cmq se non l'ha ancora letto e le piace zorro te ne sara' senz'altro grata ;)

3 - Scritto da Whitefox il 01/03/2007 alle 15:48

Giurin giurello :D

E' stata una scoperta folgorante!

Lei é ancora igolfata con "Paula" che ha reiniziato più o meno per la terza volta senza averlo mai finito :D vedo cosa mi dice :D

4 - Scritto da reb il 01/03/2007 alle 18:23

sai che non l'ho letto? sapere che l'ha dedicato alla figlia morta mi fa venire l'angoscia ancor prima di prenderlo in mano :\

5 - Scritto da Marco GRAZIA il 02/03/2007 alle 14:13

Invece dovresti, Paula è molto bello, Zorro invece è troppo lento anche se interessante.

Zorro è finzione, però quella finzione che ci tiene legati fin dalla nostra adolescienza, quando guardavamo i suoi film alla TV.

Zorro è come Babbo Natale, non esiste però ci crediamo, e sapere che c'è un libro su Zorro come quello della Allende, fa sì che tutti gli amanti di questo personaggio debbano leggerlo.

Però che sudata arrivare alla fine, la Allende come molti scrittori dell'America Latina hanno un metodo narrativo lento.

M.

6 - Scritto da reb il 02/03/2007 alle 14:29

davvero li trovi lenti? io li definirei... non so... "terreni" piuttosto; piu' pratici che cerebrali, soprattutto se li paragono agli scrittori mediorientali che non sono mai riuscita ad amare fino in fondo anche per un uso continuo della metafora poetica anche parlando di cose terribili

7 - Scritto da Marco GRAZIA il 07/03/2007 alle 14:01

Amo Tanizaki come pure la Yashimoto, odio Gabriel Garcia Marquez, ma io e te siamo diversi è chiaro :-P

M.

8 - Scritto da reb il 07/03/2007 alle 14:10

nuuuu! la yoshimoto nuuu :((

(proprio non la reggo, se non si era capito, ehehe)

p.s. e per fortuna! sai che noia se leggessimo tutti gli stessi libri e fossimo tutti d'accordo nel giudicarne il contenuto? ;)

9 - Scritto da Marco GRAZIA il 07/03/2007 alle 14:39

Scherzi?

10 - Scritto da reb il 07/03/2007 alle 14:55

no, giuro balin! se intendi banana yoshimoto quella di kitchen ho letto UN libro suo e mi e' ampiamente bastato per depennarla dalla mia lista di leggibili :D

non conosco invece tanizaki: se mi capita un suo libro sottomano provo a leggerlo e poi ti dico

11 - Scritto da Marco GRAZIA il 08/03/2007 alle 14:57

Sì intendevo proprio Banana yoshimoto, suo padre è stato tra i fondatori della corrente di scrittura manga.

Tanizaky è famoso sopratutto per aver scritto "la chiave", che però non ha nulla a che vedere col famoso film, nel senso che al solito Brass ha esagerato solo uno dei vari aspetti, puoi immaginare quale visto il personaggio.

Il libro è lento nella lettura, ma avvincente.

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